F.A.Q. MARCHI
1. Quali caratteristiche deve avere un marchio per poter essere registrato?
Secondo il Codice della Proprietà Industriale possono costituire oggetto di registrazione come marchio d`impresa i segni che siano dotati dei requisiti di novità, distintività, liceità, il che implica che un marchio debba essere sufficientemente differenziato dagli altri segni distintivi di titolarità di terzi utilizzati per prodotti e/o serviziz identici o affini, che sia atto a contraddistinguere i prodotti e/o servizi di una impresa da quelli di terzi, e che non sia contrario alla legge e al buon costume.
2. Quali diritti garantisce un marchio registrato?
Ai sensi dell’articolo 20 CPI, i diritti del titolare del marchio d`impresa registrato consistono nella facoltà di fare uso esclusivo del marchio. Il titolare ha il diritto di vietare ai terzi, salvo proprio consenso, di usare nell`attività economica:
- un segno identico al marchio per prodotti o servizi identici a quelli per cui esso è stato registrato;
- un segno identico o simile al marchio registrato, per prodotti o servizi identici o affini, se a causa dell`identità o somiglianza fra i segni e dell`identità o affinità fra i prodotti o servizi, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico, che puo` consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni;
- un segno identico o simile al marchio registrato per prodotti o servizi anche non affini, se il marchio registrato goda nello stato di rinomanza e se l`uso del segno senza giusto motivo consente di trarre indebitamente vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del marchio o reca pregiudizio agli stessi.
3. I diritti su un marchio registrato possono decadere?
Si. La registrazione di un marchio dura 10 anni a partire dalla data di deposito della domanda, e può essere rinnovata. Il marchio decade per volgarizzazione ai sensi dell`articolo 13, comma 4 CPI, per illiceità sopravvenuta ai sensi dell`articolo 14, comma 2 CPI oppure per non uso ai sensi dell`articolo 24 CPI.
4. I marchi non registrati (cosidetto marchio di fatto) godono comunque di tutela?
Si. Elemento determinante nella valutazione in merito alla sussistenza del diritto su un marchio di fatto attiene alla individuazione dell’ambito territoriale di diffusione del segno distintivo non registrato. A tale proposito si distingue fra notorietà locale o notorietà puramente locale, e notorietà generale.
5. In che cosa consiste la cessione di un marchio?
La cessione consiste nel trasferimento della proprietà piena, intera ed esclusiva di un marchio ad un altro soggetto. Gli atti di cessione, per poter essere opponibili ai terzi, devono essere trascritti presso il "Registro Marchi" tenuto dall’Ufficio marchi e brevetti competente.
6. Quali differenze sussistono tra cessione e licenza di un marchio?
Rispetto alla cessione, nel caso di licenza, il titolare del marchio mantiene la proprietà del marchio, ma acconsente alla sua utilizzazione da parte di altre imprese dietro pagamento di royalties. In certi tipi di contratto, il licenziante mantiene un certo grado di controllo sul licenziatario, onde assicurare il mantenimento di un determinato livello di qualità.
F.A.Q. BREVETTI
1. Quali sono i requisiti di brevettabilità?
L`applicazione della tutela brevettuale richiede essenzialmente la presenza dei seguenti requisiti: novità, attività inventiva (non ovvietà), industrialità, liceità (non contrarietà all’ordine pubblico e al buon costume). Inoltre la domanda di brevetto deve essere redatta in modo tale che l’invenzione risulti sufficientemente descritta.
2. Esistono invenzioni non brevettabili?
Si. Non sono brevettabili le scoperte, le teorie scientifiche e i metodi matematici, i piani, i principi e i metodi per attività intellettuali, per gioco o per attività commerciali, i programmi per elaboratore, le presentazioni di informazioni, i metodi per il trattamento chirurgico o terapeutico o i metodi diagnostici del corpo umano e animale, le razze animali, le varietà vegetali e tutto ciò che non è prodotto dell’invenzione umana ma già esistente in natura. Per le varietà vegetali ed il software esistono strumenti di tutela dedicati. A certe condizioni, anche il software può essere oggetto di brevetto.
3. Quali diritti garantisce un brevetto?
Un brevetto garantisce al suo titolare il diritto esclusivo di attuare l’invenzione e di trarne profitto. In particolare, il brevetto conferisce il diritto esclusivo di produrre, usare, mettere in commercio, vendere, o importare a tali fini il prodotto brevettato .
4. Quanto durano i brevetti?
I brevetti hanno una durata di 20 anni dalla data di deposito. In certi settori (in particolare il settore farmaceutico), è possibile ottenere una proroga limitata della durata per compensare il ritardo tra il deposito della domanda e la concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco. Il mantenimento in vita del brevetto per tutta la sua durata è subordinata al pagamento di tasse di mantenimento, normalmente annuali.
5. Quali differenze sussistono tra un brevetto europeo ed un brevetto dell'Unione Europea?
Attualmente non esiste ancora un brevetto dell'Unione Europea, ossia un brevetto unico avente valore in tutto il territorio UE. Sono tuttavia in corso modifiche legislative a livello di Unione Europea che dovrebbero portare alla nascita di un brevetto unitario con tali caratteristiche nonché ad una Corte Unificata dei Brevetti (UEB). Il brevetto unitario verrà concesso secondo le procedure attuali dall’Ufficio Brevetti Europeo, ma sarà possibile designare unitariamente l’Unione Europea anziché i singoli stati. La Brexit e un ricorso pendente alla Corte Costituzionale Tedesca rendono tuttavia incerta la data in cui nasceranno il brevetto dell’Unione Europea e la Corte Unitaria dei Brevetti.